L'arte trascendentale

Quando definiamo una forma d’ Arte TrascendentaleArte trascendentale in 12 affermazioni
1. In AT l’azione artistica è un momento di contatto con il sacro ed il profondo
2. In AT crescere artisticamente vuol dire elevarsi spiritualmente
3. In AT si punta lavorare con gli alti livelli di coscienza
4. In AT l’obbiettivo estetico corrisponde a quello spirituale
5. In AT l’opera d’arte è soprattutto un fenomeno energetico
6. In AT il percepente ha uguale importanza dell’artista
7. In AT si abbatte il muro tra il paesaggio esterno e quello interno, ristabilendo il contatto tra ciò che si fa e ciò che si sperimenta nel farlo
8. In AT l’artista non è un genio individuale, ma una figura sciamanica: un tramite tra altre realtà e la nostra
9. In AT l’arte deve compiere la funzione sociale di elevare le coscienze
10. In AT si sperimentano e si studiano stati alterati di coscienza senza l’uso di droghe o di sostanze
11. In AT non esiste divisione tra la vita quotidiana e la pratica artistica: l’arte non è una fuga dal mondo ma uno strumento in più per conoscerlo ed integrarsi con esso
12. L’AT è un percorso di unità interna dove si rifiuta la sottile violenza psicologica di cui siamo permeati per individuare nuovi modelli estetici che siano al contempo nuovi modelli psichici, etici ed emotivi
gli stiamo dando un valore di qualità in relazione ad una funzione che compie ogni tipo di creazione artistica senza distinzione di forma o di mezzi. Arte Trascendentale può essere, come nel caso che trattiamo, la pittura, la scultura e il disegno, ma anche la poesia, la danza, il cinema, il video, l’installazione, la fotografia, il fumetto, l’illustrazione e tutte le forme conosciute ed ancora da inventare nel momento in cui attraverso di esse l’essere umano trascende la sua condizione di finitezza materiale per manifestare la sua dimensione immortale.

Ciò che trascende è l’intenzionalità dell’artista, che da individuale diventa universale, ed in quanto tale, trascende il tempo e lo spazio dimensioni del tutto terrene e legate alla permanenza nel corpo della coscienza biologica. Questa dimensione immortale della propria energia vitale è principalmente una esperienza e non la si può raggiungere in maniera logico-razionale ma attraverso l’unione di tutte le sfere vitali, ossia unendo il sentimento, il pensiero e l’azione per il superamento della paura della morte intesa come fine ultima, come senso verso cui si vanifica l’esistenza.

Anche se non formulato in questo modo, ossia come riconoscimento razionale della paura morte, questo impulso trascendentale ha mosso l’essere umano in una direzione che tende verso l’immortalità. Questa dimensione è da sempre stata ritenuta sacra perché qualità appartenente in maniera permanente a Dio o agli Dei che fungono da modelli allegorici di una realtà umana di profonda verità psicologica. Quindi non si discute il fatto che possa esistere in sé la divinità immortale esterna a noi, ma sicuramente essa esiste, è esistita e sempre esisterà in quanto tensione della volontà umana verso la trascendenza. Ecco perché noi definiamo l’arte trascendentale in base alla sua realtà interiore psichica ed esistenziale e non alla sua esteriorità in quanto in essa riconosciamo il motore di una intenzione di trascendenza.

Questo elemento qualitativo della volontà umana, denominato Intenzionalità Trascendentale, determina una sostanziale differenza nelle condotte di vita e nel senso della vita, così pure nella creazione artistica. Indipendentemente dalla sua formulazione in questi termini, questa condotta stabilisce un rapporto con ciò che viene considerato immanente, mortale, finito, provvisorio o materiale ubicandolo in un ordine secondario rispetto alla trascendenza. Stiamo affermando che la dimensione immanente per chi è mosso dall’intenzionalità trascendentale è vista come un mezzo e non come un fine e la morte come un passaggio di stato e non come il termine della propria esistenza. Questo atteggiamento di fronte alla vita, alla natura, ai fenomeni tutti, definisce conseguentemente una visione “sacra” del creato e ad un profondo rispetto di tutte le cose viventi e non viventi, perché esse sono il mezzo attraverso il quale si esprime la vita e attraverso i quali essa trascende. Mai si è visto, ad esempio, un lavoratore che rovina o disprezza i suoi strumenti di lavoro perché esso li considera “sacri” in quanto sono per lui i mezzi per vivere. Allo stesso modo per gli artisti trascendentali l’arte è qualcosa di sacro attraverso la quale superare la morte e non accumulare soldi o prestigio personale, perché lui sa o avverte che la dimensione terrena e materiale non permane.

Quindi anche le opere d’arte possono essere manifestazione di questa dimensione a diversi gradi di trascendenza. Qualcuno potrebbe dire che l’arte o è trascendente o non lo è, ma non è così netto il confine perché esistono anche le intenzioni e la speranza di trascendere che vanno prese in considerazione come atti che si avvicinano alla meta. Si parla di tentativi che in quanto tali hanno in loro il germe della trascendenza, lo hanno in potenza, e quindi vanno interpretate differentemente da altre opere d’arte incui non vi è, non solo l’intenzione, ma neanche il sospetto, della trascendenza.

Possiamo di conseguenza stabilire anche una serie di creazioni non trascendentali che non sono mosse da nessuna intenzione trascendentale, ma immediatista, pragmatica. Abbiamo definito questa direzione creativa Arte ImmanenzialeL’Arte Immanenziale in 12 affermazioni
1. Nell’AI l’azione artistica corrisponde ad una fuga dal mondo e ad una catarsi personale
2. Nell’AI non viene presa in considerazione la crescita spirituale
3. Nell’AI tutto è arte, basta che chi lo decide ne sia convinto
4. Nell’AI ciò che è importante non è l’opera in se ma le credenze che in essa si rappresentano
5. Nell’AI l’idea è più importante dell’opera stessa
6. Nell’AI l’obbiettivo estetico corrisponde a quello economico, ideologico, visivo, concettuale, propagandistico, auto celebrativo, ecc. ma mai, o solo parzialmente, a quello spirituale
7. Nell’AI il percepente è passivo è l’artista a fare l’opera d’arte
8. Nell’AI l’artista è un genio, spesso incompreso, e raramente ben pagato
9. Nell’AI l’apparato di promozione (galleria, curatore, museo, critico, ecc.) è di gran lunga più importante dell’opera stessa
10. Nell’AI la società si converte in pubblico
11. Nell’AI non vi è una sensibilità nonviolenta e vige l’etica della convenienza
12. Nell’AI non vi è alcuna intenzione di superare la morte a livello interiore, ma la trascendenza è solo un fatto di permanenza nei ricordi: diventare famosi
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L’Arte Immanenziale è costituita da opere che ci appaiono come il trionfo dell’immanenza, della volontà di permanenza, del possesso, dell’attaccamento, sono espressione della vittoria del nonsenso della morte sul senso della vita. Quindi tra l’arte trascendentale e l’arte immanente vi possiamo ubicare una sfumatura di valori che ci portano a capire che l’arte trascendentale in quanto tale non è, come la felicità, un oggetto da raggiungere, non è un fine ultimo, ma un mezzo, una forza o tensione vitale che orienta l’artista e l’essere umano che desidera avere una esperienza che gli possa rilassare la paura della morte: e ciò è possibile solo la certezza dell’immortalità della sua intenzionalità. L’artista trascendentale usa l’arte come mezzo prediletto per avere questa esperienza, questa certezza, ma va detto che i mezzi per raggiungerla possono essere anche altri: la meditazione mentale o fisica come lo yoga e il thai-chi, la ricerca filosofica scientifica o spirituale.


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